Uno spettro si aggira per l’Europa
Uno spettro si aggira per l’Europa e non è il comunismo, ma l’ipocrisia. In tempo di Quaresima, invitati a riflettere sulle tappe che condussero Gesù a Gerusalemme, occorre chiedersi chi sono oggi gli “scribi e farisei ipocriti”, dei quali parla il cap. 23 del Vangelo di Matteo. Chi sono le “guide cieche” che “filtrano il moscerino” per poi “ingoiare il cammello”?
Ipocriti i tecnici dell’Unione Europea: presi dalla logica dell’austerità, dal vortice della crisi bancaria, dalla cultura che vuole chiudere l’esistenza dentro le logiche ragionieristiche del bilancio, e animati dalla volontà di punire gli Stati canaglia dell’Unione. Ipocrita chi ha coperto la Venere Capitolina con uno scatolone e chi ha detto di non saperne nulla. Guide cieche: in nome del dialogo interreligioso, rinunciano alla nostra identità e mettono la maschera dell’ignoranza addosso al loro interlocutore, come se Rohani non avesse la ragione per comprendere che, come ospite di un paese straniero, è anche ospite della cultura di quel paese. Guide cieche, pronte a “vagliare il moscerino” quando si parla della valorizzazione del nostro patrimonio culturale, ma pronte ad “ingoiare il cammello” della formula “business is business”. Ipocriti noi, quando parliamo di lotta al terrorismo e ci stracciamo le vesti per i morti in Siria o nell’Egeo.
La morte di Giulio Regeni, i cui particolari stanno emergendo in questi giorni, dovrebbero invitarci a riflettere sull’entusiasmo con il quale salutammo le primavere arabe, che si apprestano ad abbattere i “regimi islamici moderati”, che tanto abbiamo osannato negli anni. La cultura dell’amnesia ci ha fatto dimenticare come la formula “Islam moderato”, tanto cara alla cultura laicista che confonde ortodossia religiosa con il fanatismo, servisse soltanto ad un sogno europeo di rivincita neocoloniale e nascondesse regimi autoritari che, con le loro azioni o le loro cadute, hanno lasciato campo libero all’estremismo islamico.
“Lontano dall’Europa e dai suoi conflitti” si legge nella comunicazione congiunta di papa Francesco e del patriarca Kiryl. Lontano da quello che ogni giorno di più assomiglia ad un sepolcro, imbiancato dall’ipocrisia di valori traditi nella pratica e da una cultura che non salva, per ridare voce ad una dimensione umana della vita, dove il cuore dell’uomo possa tornare ad essere in cammino con il cuore del fratello. Lontano dall’Europa dunque, così come alle origini, lontano da Gerusalemme, iniziò la predicazione di Gesù. Lontano, nella Galilea delle Genti.