Ricordo del card. Tauran
Il dialogo dell’esperienza
L’incontro con il card. Jean Louis Tauran fu uno dei primi, tra i più significativi, ad essere organizzato dal Museo Interreligioso di Bertinoro. Era il 30 novembre del 2007 e grazie alla collaborazione con il compianto Marino Bandini, allora Presidente dell’UCID – Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti, fu possibile accogliere il card. Tauran, da poco nominato da papa Benedetto XVI alla presidenza del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
La tavola rotonda alla quale il card. Tauran prese parte, dopo la visita al Museo, si intitolava “Il dialogo interreligioso come fondamento della civiltà”. Ancora oggi, a distanza di oltre dieci anni, il testo del suo intervento può essere considerato come uno dei documenti fondamentali per la riflessione sul dialogo interreligioso.
Nel suo intervento, il card. Tauran parlava di dialogo tra fedeli, senza mai perdere di vista la dimensione essenziale dell’umano e senza cadere nell’errore di considerare il dialogo come una questione ristretta a pochi addetti ai lavori o come pratica dettata da motivazioni diplomatiche. Con molta chiarezza, venivano indicate quattro vie verso il dialogo, dando spazio in particolare ad un dialogo dell’esperienza che può incidere, in modo profondo e positivo, nella vita quotidiana delle persone.
Oltre il sincretismo: la riscoperta dell’identità
Ancora oggi oggetto di numerose critiche, il dialogo dell’esperienza e, soprattutto, il dialogo vissuto come esperienza continua ad essere la questione nodale del confronto tra uomini che professano fedi religiose diverse. Il card. Tauran metteva in guardia, proprio nel suo intervento bertinorese, dal rischio di restringere il dialogo a pura dimensione e confronto intellettuale. In questo modo, il dialogo perdeva di interesse e perdeva quella sua capacità di leggere, sul magistero di san Giovanni Paolo II, i segni del tempo. Un dialogo chiuso non può cogliere i segni dello Spirito “che opera dove vuole”.
Dunque un dialogo esigente, che occorreva costruire attraverso la dimensione dell’esperienza e delle opere e, proprio per questo, imponeva un lavoro culturale molto serio di approfondimento sull’identità. Spesso, nel suo intervento ritornava sull’importanza dell’identità, con un prospettiva sostanzialmente nuova. Lo sguardo è già oltre il sincretismo ed è rivolto alle prime manifestazioni di quel “vuoto” aperto dal sincretismo e dalla secolarizzazione, che proprio nel 2007 aveva iniziato a manifestarsi attraverso il terrorismo destinato ad esplodere, in tutta la sua evidenza anche in Europa, negli attacchi di Parigi del 2015.
L’incontro di Bertinoro fu importante anche per altri segni, destinati poi a crescere e a prendere corpo nella storia del Museo Interreligioso. Nel suo intervento, il card. Tauran faceva riferimento al magistero di papa Benedetto XVI, al suo richiamo ad un ragione aperta alle provocazioni della fede e, sulla linea in particolare della lezione di Ratisbona, nel 2015, fu realizzato il progetto Della ragione, della fede: uomini insieme nel nome di YHWH, Gesù e Allah. E ancora, il card. Tauran parlava del dialogo interreligioso come di “un’avventura e una ricerca”: su quest’ultima parola, il Museo Interreligioso si è impegnato attraverso la realizzazione del Festival della vita in ricerca, da poco concluso.
Fu un incontro che generò frutto nel tempo e questo breve ricordo del card. Tauran può concludersi solo riproponendo il testo integrale di quell’intervento tratto dal volume Il dialogo interreligioso come fondamento di civiltà, a cura di E. Bertoni, con la prefazione di Davide Rondoni:
Card Jean Louis Tauran_Rendere ragione della propria speranza